I 'Compro oro' sono entrati e usciti in una crisi profonda: prima il boom dato dalla stessa crisi economica che ha colpito il Paese, poi la necessità di rinnovarsi e adattare la propria attività per far fronte al calo di domanda. Negli ultimi quattro anni infatti, tutti quei 'Compro oro' e botteghe che non hanno saputo adattarsi al cambio della società, al cambio di necessità stesse, ha finito per chiudere i battenti e non svolgere più il servizio di quotazione oro. I dati infatti parlano di 35 mila attività operative nel 2011, mentre ad oggi si parla di 20 mila unità.
Tale calo è dato ovviamente dal crollo della domanda: come spiegato da Gianni Lepre, segretario di Oroitaly, molti orafi avevano tratto linfa vitale trasformandosi in 'Compro Oro' ma gli italiani "hanno esaurito il loro tesoretto". Una volta venduto tutto ciò che si dispone diventa difficile mantenere viva l'attività. Le cause della crisi dell'oreficeria, almeno a livello nazionale poiché all'estero il discorso è ben diverso, sono legate ad altri aspetti, in particolare quello legato alla politica: invece di puntare sui consumi e sul sostegno di questo settore, si cerca sempre di minimizzarlo e quindi sminuirlo. Esiste infatti una misura che impone un tetto di mille euro all'uso del contante, entrata in vigore dal 2012, che risulta limitativa sugli acquisti di oro e gioielli.